martedì 22 febbraio 2011

Elisabetta Sala, Elisabetta la sanguinaria

Di tutta la grande famiglia dei "fratelli riformati", gli anglicani sono quelli che più si avvicinano ai cattolici. Ciò è dovuto al senso di moderazione degli inglesi, che hanno saputo trovare un compromesso tra gli estremi. L'equilibrio fu raggiunto da una sovrana, tollerante e di larghe vedute, che seppe contrastare il fanatismo religioso della sorella (Maria la sanguinaria) riuscendo a creare una fede nazionale. Elisabetta I fu la regina più amata della storia. Fu grazie a lei che l'Inghilterra si affermò come potenza mondiale; fu intorno a lei che i suoi sudditi si strinsero nel momento del pericolo.
Tutto ciò è romantico e commovente; peccato che, come questo libro dimostra, sia profondamente falso.
Il regime elisabettiano fu, di fatto, un sistema totalitario tra i più amari della storia.
Peccato che il mito di Elisabetta sia stato costruito da una minoranza al governo che fece carte false per conservare il potere.
Peccato che il popolo si sia visto perseguitato, impoverito, come mai prima di allora.
Peccato che la tanto decantata "vicinanza" degli anglicani al cattolicesimo sia nata da un duplice desiderio molto semplice e concreto: gettare fumo negli occhi dei sudditi e formare una gerarchia di agenti governativi travestiti da ecclesiastici.
Peccato che l'evoluzione-involuzione degli inglesi sia costata migliaia di vite, molte delle quali finirono immolate e squartate sul patibolo per alto tradimento.

Editore: Ares
Anno: 2010
Prezzo: 20,00
Pagine:

Inizio lettura: 9 febbraio 2011

martedì 11 gennaio 2011

Michael Crichton, Stato di paura

A Parigi un fisico viene assassinato dopo aver eseguito un esperimento per una bella visitatrice. Nella giungla della Malesia, un misterioso imprenditore fa costruire un impianto di cavitazione dalle caratteristiche molto particolari. A Vancouver una fantomatica società affitta un mini-sommergibile da utilizzare nelle acque della Nuova Guinea. E a Tokyo un agente segreto cerca di capire che cosa significa tutto questo. Così inizia Stato di paura, il romanzo più ambizioso di Michael Crichton. Dai ghiacciai islandesi ai vulcani dell'Antartide, dal deserto dell'Arizona alle giungle impenetrabili delle Isole Salomone, dalle strade di Parigi alle spiagge della California, in un incalzare di colpi di scena e di invenzioni che lasciano il lettore senza fiato, "Stato di paura" affronta temi controversi, dalla preoccupazione per l'effetto serra al ruolo dell'informazione nella società contemporanea, ma soprattutto s'interroga sulle cose in cui crediamo, e sul perché ci crediamo.

Editore: Garzanti
Anno: 2008
Prezzo: 10,90 €
Pagine: 686

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Crichton è un grande divulgatore di tematiche scientifiche, ma soprattutto ha cercato di divulgare attraverso i suoi romanzi "tematici" delle verità che andassero oltre le pseudo-verità della scienza divulgata. In effetti, tutti i suoi romanzi sono costruiti come dei veri e propri dossier, nel senso che - sempre, a monte del romanzo di turno - vi è stato un accurato lavoro di ricerca "critica" delle fonti bibliografiche che Crichton puntualmente inserisce in appendice in ogni suo romanzo, in modo tale che ogni lettore curioso possa - se lo vuole - consultare le sue stesse fonti. In "Stato di paura", dopo il romanzo sul rischio di utilizzo delle "nanoparticelle", lo sforzo di Crichton raggiunge uno dei suoi culmini. La tematica che egli prende in considerazione è quella della "cosiddetta" emergenza climatologica, nel cui contesto egli - alla luce d'una precisa documentazione - attacca l'ipotesi del riscaldamento globale derivante dall'immissione di CO2 nell'atmosfera e, di conseguenza, demolisce in un sol colpo l'attendibilità del "Protocollo di Kyoto" e le più comuni e diffuse tesi ambientaliste. Ciò che egli più evidenzia, attraverso l'intrigo in cui sono immessi i suoi personaggi e con il continuo confronto tra verità e pseudo-scienza di cui essi diventano protagonisti è il pericolo - non nuovo - insito nel fitto intreccio di connivenze tra scienza e politica che ha dato nel passato lontano - e più recente -alcuni frutti tristi e mortiferi (basti pensare alle tesi scientifiche sull'eugenetica, nate negli Stati Uniti degli anni '30 e che ebbero insigni sostenitori tra gli scienzati del tempo, sino a tracimare nella Germania nazista e nei suoi suoi cupi esperimenti). Afferma Crichton che quando s'impongono simili intrecci e quando attorno ad essi cominciano a ruotare consenso e denaro il gioco è fatto e si organizzerà un edificio di menzogne (con l'ausilio dei mass-media) sempre più difficile da smontare. Il volume, corredato da alcune appendici e di una bibliografia ragionata è assolutamente da leggere.

Recensione di maurizio crispi maurizio.crispi@gmail.com (29-06-2010) su www.ibs.com

Inizio lettura: 1 gennaio 2011